Da Matera decolla la professione di wall designer

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È un architetto di Matera e visto il momento di dura crisi per il settore edilizio si è inventato un nuovo lavoro quello del wall designer. Sfruttando la tecnologia recentissima del mosaico digitale l’architetto Vito Lascaro progetta il design del mosaico personalizzandolo di solito sulla misura delle pareti che dovrà decorare. “Ovviamente per consigliare i clienti considero anche arredi, colori, gusti -afferma Lascaro – e tutto quanto possa servire a personalizzare in maniera particolare gli ambienti. Mosaico digitale è un’innovativa tecnologia di rivestimenti che rappresenta la moderna e naturale evoluzione del mosaico tradizionale in pietra, vetro o ceramica. Per la sua leggerezza e facilità di applicazione, si presta ad ogni tipo di interpretazione progettuale. E noi architetti abbiamo la possibilità di esprimerci attraverso infinite tipologie di decori, forme e immagini, che possono essere riprodotte su pareti, pavimenti e qualunque altra superficie interna o esterna. Ai clienti invece piace la possibilità di avere una parete rivestita con colori o soggetti particolari. Ma lo stesso vale per i negozi o gli showroom che spesso allestiamo”. Per questo motivo la figura dell’architetto diventa indispensabile e Vito Lascaro ha saputo interpretare al momento giusto questa esigenza inventandosi il lavoro di wall designer (letteralmente progettista di pareti) colmando una interessante nicchia di mercato per gli architetti. “Con questa tecnica –continua- è possibile riprodurre qualsiasi tipo di immagine digitale. Le tessere del mosaico sono in resina leggerissima e le possibilità di progettazione ed applicazione sono infinite. La forma e la dimensione delle tessere può essere personalizzabile in svariate tipologie. Da qualche tempo esiste anche il mosaico sonoro: l’idea nasce per rispondere alla necessità di occultare diffusori sonori e casse stereo, solitamente ingombranti e mal disegnati. Il suono, ad alta definizione, viene direttamente irradiato dalla superficie del mosaico, grazie ad un sofisticato e microscopico diffusore”.

Articolo di Giovanni Martemucci

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