Giovanni Angelino: “Scongiurare il ritorno di rifiuti radioattivi in Basilicata”

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Se fosse confermata nei prossimi giorni la notizia emersa da un’inchiesta pubblicata dal giornalista Stefano Agnoli sul Corriere della Sera per la Basilicata sarebbe la pietra tombale. Non può passare inosservato infatti il rischio che 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi potrebbero presto ritornare in Basilicata. Tra i quattro siti di stoccaggio per il piano di rientro di rifiuti e scorie radioattive prodotti in Italia fino al 1987 risulta infatti anche il centro dell’Itrec di Rotondella in provincia di Matera.
Secondo quanto si apprende dal Corriere della Sera attualmente sono Francia, Svezia e Inghilterra a conservare i nostri rifiuti radioattivi e per effetto di alcune leggi europee dovranno rientrare a breve nuovamente nel nostro Paese. Proprio la Trisaia di Rotondella è salita alla ribalta delle cronache nazionali nei mesi scorsi quando è stato effettuato un
viaggio notturno con alcuni tir verso l’aeroporto di Gioia del Colle per riportare negli Stati Uniti ben 64 barre di uranio prodotte nella centrale nucleare di Elk River e cementate in territorio lucano. E nessuno ha dimenticato la protesta avvenuta dieci anni fa a Scanzano Jonico per ribellarsi alla decisione del governo nazionale di ospitare presso Terzo Cavone un sito di stoccaggio di materiale radioattivo.
Oggi una nuova minaccia nucleare torna ad abbattersi sul nostro territorio, già martoriato dalle alluvioni come quelle che hanno colpito la fascia jonica e pertanto questo rischio va assolutamente scongiurato.
In qualità di consigliere e capogruppo del gruppo misto al Comune di Matera faccio un appello al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella affinchè possa avviare gli opportuni accertamenti rispetto a questa inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, per tranquillizzare i cittadini dell’area di Rotondella e di tutta la fascia del Metapontino.
La Basilicata, già interessata da estrazioni petrolifere, non può piegarsi ancora una volta senza essere interpellata a decisioni calate dall’alto e che spesso sono il frutto di accordi internazionali sui quali l’Italia deve fare chiarezza. Confido pertanto in un intervento immediato del nuovo governatore lucano affinché la nostra comunità possa ritenersi al
sicuro e completamente fuori da ogni ipotesi di un rientro di scorie radioattive sul territorio lucano.

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