Intervista al candidato Sindaco di Bernalda e Metaponto Massimo Perrone

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A Bernalda impazza la campagna elettorale, con comizi e incontri politici che si susseguono lungo Corso Umberto I e nei quartieri della cittadina basentana. Tra i candidati alla carica di Sindaco di Bernalda figura anche Massimo Perrone, leader della lista Destre Unite, che ha risposto ad alcune domande sul presente e sul futuro di Bernalda e Metaponto. Buona lettura.
Buongiorno Massimo Perrone. Un handicap che deve superare nella corsa alla conquista del Palazzo Municipale è la sua “non-bernaldesità”, come lei stesso la definisce. Molti cittadini non la conoscono: ci racconti chi è Massimo Perrone.
Naturalmente è vero che non sono di Bernalda, ma da ormai vent’anni io sono vicino alla città e conosco il territorio lucano, nei suoi pregi e nei suoi difetti; ho un incarico a livello regionale con la UGL, mi occupo di agricoltura e immigrazione. Sono anche un consulente aziendale nella città dove risiedo, Sabaudia, ma ormai sono stato adottato da Bernalda a tutti gli effetti e mi sento coinvolto al cento per cento nelle problematiche di questo Comune.
Un vantaggio che invece ha rispetto agli altri candidati è il fatto di poter vedere da fuori la realtà lucana e la situazione di Bernalda e Metaponto: che idea ha della Basilicata e del suo territorio “adottivo”?
La prima impressione che vent’anni fa questa terra mi ha trasmesso è di ricchezza, non soltanto del sottosuolo, ma ricchezza dal punto di vista agricolo e turistico-balneare. Oggi questa ricchezza va scemando e il demerito è da attribuire proprio alle scelte politiche scellerate che gli amministratori locali hanno messo in pratica perché le risorse del territorio sono state spinte al decadimento. Come ho già affermato ai cittadini durante un comizio, c’è un procedimento scientifico a livello internazionale che mira a rendere un deserto l’area metapontina: questo perché la nostra area è uno dei più importanti giacimenti petroliferi a livello mondiale e il più ricco a livello europeo; impoverendo il territorio con politiche di svendita e di inquinamento, le multinazionali mirano a poter estrarre indisturbate il petrolio, distruggendo l’economia agricola e turistico-balneare della zona.
Dal suo discorso si desume che per lei la vocazione economica del metapontino riguarda i settori agricolo e turistico-balneari. Quali sono le sue proposte per potenziarli?
L’agricoltura nel terzo millennio non può essere pensata come quella ereditata dai nostri nonni: l’agricoltura è anche industria, non è soltanto lavorazione della terra, ma anche trasformazione dei prodotti e quello che manca nella nostra area sono proprio le infrastrutture che lo permettano. Non riesco a capacitarmi del fatto che il polmone agricolo d’Italia e d’Europa non sia stato dotato di industrie per la trasformazione del prodotto, di celle frigorifere che permetterebbero agli agricoltori di portare lì la loro merce e tenerla stoccata. Ai confini della Lucania, invece, ci sono molte aziende che vengono a prendersi il prodotto per poi stoccarlo lontano da qui e distribuirlo in tutta Europa. Nei nostri territori non c’è stata la volontà dei politici di creare queste infrastrutture. Non tocchiamo, poi, il tasto delle strade: neanche in questo campo c’è stato sviluppo; la Basilicata, se non per la 106 e per la Basentana, è praticamente isolata dal resto d’Italia, con un danno che non è solo dell’economia lucana, ma dell’intera economia nazionale. Il sistema ferroviario è spaventosamente arretrato: siamo fermi alla monorotaia. Se non riusciamo ad essere competitivi da questi punti di vista, arrivano i prodotti dall’estero che, sfruttando le migliori infrastrutture, hanno un ottimo mercato: questi giungono con aerei cargo a Fiumicino e vengono distribuiti ai vari mercati agricoli di Fondi e Latina: io lì ci vivo e so anche del ruolo della malavita che gestisce il tutto. In Lucania perché non abbiamo creato un mercato ortofrutticolo, perché non abbiamo adeguato le infrastrutture? Però noto che si tenta in tutti i modi di far arrivare le industrie petrolchimiche qui da noi; hanno tentato di portare in Lucania il centro di stoccaggio delle scorie nucleari che avrebbe definitivamente distrutto l’economia e la vita sociale di tutta la Regione. La salvezza è stata la lotta del popolo che finalmente si è rialzato e ha posto un freno alla cosa.
Proprio su questa tematica nell’area metapontina si è aperta la questione Valbasento, con alcune industrie dell’area che sono al centro di un processo di accusa sia popolare sia giudiziario circa responsabilità nell’inquinamento dei terreni, delle falde acquifere e del fiume Basento. Qual è la posizione sua e dei suoi candidati consiglieri rispetto a tale problematica?
Ho saputo che ci sono state anche fuoriuscite dall’oleodotto che hanno sversato nel terreno non so quanti metri cubi di sostanze tossiche. Io ho vissuto a Pianura, sono cresciuto in un quartiere del napoletano che ha combattuto contro le discariche. Per quarant’anni siamo stati vessati da uno Stato che ci ha obbligato ad avere la discarica più grande d’Europa e, di conseguenza, il più alto tasso di tumori e linfomi. Se tu produci ricchezza distribuisci ricchezza a tutti, se crei morte vuol dire che la ricchezza è in mano a poche famiglie. Spesso la politica preferisce l’ultima strada alla cura del territorio, si preferiscono le tasche piene alla morte della gente. Noi affronteremo tutti questi temi, e l’inquinamento in testa, non solo in campagna elettorale: abbiamo fondato un comitato, siamo in contatto con un associazione per un progetto molto interessante ed affronteremo in maniera attenta tutte le problematiche del territorio, proprio perché il nostro impegno non si esaurisce a queste settimane di campagna elettorale, ma va ben oltre. Ci tengo a precisare che non rappresentiamo nessun partito politico, anzi puntiamo a smascherare i numerosi disservizi che questi hanno provocato. Saremo senz’altro vigili e attenti; sinceramente preferirei un commissariamento della Guardia di Finanza per il nostro Comune proprio per cercare di capire dove sono finiti tutti i soldi che dovevano servire per la creazione di infrastrutture, che dovevano servire per creare lavoro. Come mai per la piscina comunale sono stati spesi migliaia e migliaia di euro, ma è inutilizzata? Perché gli abitanti di Metaponto non possono usufruire del Palazzetto dello Sport? Voglio giustizia per questo territorio.
Qual è il progetto più innovativo che intende concretizzare a Bernalda e Metaponto nel caso in cui il 25 maggio dovesse vincere le elezioni?
Il primo punto del nostro programma parla chiaro: “No agli stipendi per sindaco, assessori e consiglieri comunali finché questi non portano ricchezza e lavoro nel territorio”. Politica a costo zero, una sorta di contratto a progetto: se fai bene come amministratore è giusto che possa essere premiato, ma se non produci ricchezza per la tua terra allora perché devi percepire uno stipendio?
Uno dei problemi più gravi dell’Italia, ma soprattutto della Basilicata che puntualmente è oltre la media nazionale, è la disoccupazione e la fuga dei giovani lontano dalle loro case. Quali possono essere le proposte del suo gruppo?
Naturalmente chiunque andrà a vincere queste elezioni non ha la bacchetta magica per risolvere totalmente la questione. Una mia proposta è l’apertura dello Sportello per l’Europa, chiamato ad informare i cittadini e le imprese che intendono attingere fondi europei circa i vari progetti: in questo modo sia le imprese agricole che turistiche potrebbero usare questi fondi investendo nelle assunzioni perché senz’altro occorrerà nuova manodopera sia in campo agricolo che nel restauro degli impianti alberghieri. Lo stesso Comune deve impegnarsi a partecipare a questi bandi, anche per avere delle agevolazioni. E qui faccio un esempio: a Bernalda, nel 2014 l’illuminazione pubblica è ancora quella normale, mentre l’UE finanzia totalmente il passaggio alle lampadine al LED; anzi penalizza tutti quei Comuni che non fanno questo passaggio. Quando accedi ai fondi europei per forza crei lavoro sul territorio che può anche essere la costruzione di scuole tecnologiche cha vadano a rimpiazzare le nostre, ormai vecchie e non adatte alle esigenze delle famiglie e dei bambini.
Una querelle sorta a seguito di un suo comizio riguarda una sua affermazione circa l’assunzione di alcuni agenti di Polizia Locale che dovrebbero essere residenti fuori Bernalda. Vuole chiarire la sua posizione?
Certo, sono stato frainteso senz’altro in quanto ho semplicemente proposto assunzioni di nuovi agenti di Polizia Locale con bandi chiari e trasparenti, senza alcuna raccomandazione, anche perché non servono certo vigili di fuori per poter concretizzare il senso civico nei cittadini. E’, invece, importante definire con chiarezza che il vigile è proprio quello che deve insegnare e diffondere il senso civico, deve restaurare la moralità nella comunità di appartenenza. Un’altra iniziativa del mio programma è l’abolizione delle strisce blu perché, in una società già bombardata da tasse, è paradossale che un Comune chieda soldi per i parcheggi visto che non offre alcuna infrastruttura idonea e nessuna nuova possibilità di occupazione. A Bernalda e Metaponto la progettazione e realizzazione delle strisce blu è costata circa 170000: questi soldi potevano essere investiti per altre opere, come la Piscina Comunale che resta lì inadeguata e incompleta.
La campagna elettorale a Bernalda si è trasformata in una autentica faida tra i vari partiti che si accusano vicendevolmente per più svariate motivazioni. A tal proposito che idea si è fatto?
Un pensiero filosofico dice che la politica è tutto ciò che gira nella realtà; a Bernalda il politico gira attorno alle famiglie, alle parentele e ai legami affettivi. La politica, invece, è sostanza e concretezza: io, proprio su questo aspetto, avevo proposto un confronto con gli altri candidati per far rendere conto ai cittadini della preparazione e della competenza di ognuno di noi; un momento di arricchimento per l’intera comunità puntualmente snobbato dai miei avversari. Questo rifiuto dimostra il polso dei candidati delle altre liste: quando un uomo non è capace di confrontare le proprie idee o non vale l’uomo o non valgono le idee. Per questo assistiamo a comizi che non lanciano progetti e problematiche, ma comizi di accusa vicendevole. Questa non è politica.
Ed ecco la domanda di rito. Se lei il 25 maggio diventasse il Sindaco di Bernalda cosa farebbe nel primo mese da primo cittadino?
La prima cosa che farei sarebbe quella di modificare lo Statuto per applicare il cosiddetto “stipendio zero”: né il Sindaco, né gli assessori, né i consiglieri dovranno percepire niente. Inoltre mi impegnerei all’apertura dello Sportello per l’Europa al fine di mettere a disposizione dei cittadini la conoscenza di tutti i fondi e i progetti che l’Europa propone agli Stati membri. Questi sono i due progetti che possono essere immediatamente realizzabili.
Ed ecco la conclusione di Massimo Perrone: “L’unico rammarico che ho è di assistere impotente al mercificare della politica che diventa un continuo proclamo seguito da zero fatti. Il rischio, a mio parere, è un nuovo commissariamento per questo Comune, a meno che non dovessimo vincere noi di Destre Unite”.

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