Lo scempio di Vico Commercio. A giorni dovrebbero partire i lavori per “camuffarlo”

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Una pianta rampicante nasconderà lo scempio del ponte in ferro di Vico Commercio, nei Sassi di Matera. 
Il ponte sarà modificato entro il mese prossimo. Ad annunciare il completamento della discussa opera architettonica è questa volta il Comune di Matera che ha deciso di “mascherare” lo scempio con la “modica” cifra di 60mila euro e senza tenere in grande considerazione le prescrizioni formulate dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata. Anzi con il benestare della stessa Soprintendenza visto che ad annunciare la novità sul destino del “mostro d’acciaio” nei Sassi sono stati proprio il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, l’assessore comunale ai Sassi, Ina Macaione, e il Soprintendente, Francesco Canestrini.
In sostanza per mitigarne l’impatto visivo, il ponte in ferro verrà ricoperto di tufo e la ringhiera in ferro zincato dal design moderno sarà sostituita da una più semplice, in ferro ad elementi verticali. A “condire” il tutto un po di erba rampicante (edera) che nelle intenzioni dei progettisti dovrebbe servire proprio a dare un tocco di “naturalezza” all’insieme e a ricoprire i pilastri in ferro. O forse a distrarre l’osservatore da questo lungo elemento orizzontale che è il ponte stesso, struttura non contemplata nella tradizione costruttiva dei Sassi. La pavimentazione in “chiancarelle” tipiche del luogo basterà a completare l’opera, al posto del cemento industriale visto finora. Dunque il materiale ferroso che compone il ponte sparirà con questa ennesima modifica, lasciando spazio  al tufo.
Ma con questo allestimento “scenografico” forse un po posticcio, non si potrà certo ovviare a quell’errore di linguaggio dell’architettura che il ponte genera: nei Sassi non può esistere un collegamento orizzontale nel vuoto, lungo quasi 20 metri, che non sia sorretto da una struttura ad arco. Dunque nel cuore dei Sassi esisterà un collegamento “impossibile” realizzato in apparenza con il tufo che rappresenterà dunque un “falso architettonico” per il contesto storico in cui nasce.
Ma a chi può interessare il rispetto delle norme basilari della teoria del restauro? In una città Unesco poi… Eppure, solo qualche mese la Soprintendenza prescriveva che “si è valutata la necessità di mitigare e migliorare l’inserimento introducendo un elemento tipico e ricorrente dell’architettura dei Rioni Sassi (l’arco n.d.r.) riservandosi la possibilità di prescrivere anche la chiusura dei fronti laterali della passerella”.
Dunque la Soprintendenza aveva ritenuto necessario far realizzare al di sotto della struttura metallica un arco in muratura di tufo, per tutta la sua estensione, che, impostato, a destra, sul banco di roccia esistente,  si doveva sviluppare sino a raggiungere, a sinistra, i due pilastri in acciaio. Ma ora la Soprintendenza fa marcia indietro, in barba al rispetto dello spirito del luogo che ogni progettista dovrebbe tenere a mente in un intervento di restauro. Intanto, sembra che questa sistemazione per la quale verranno spesi questi 60mila euro sarà pure provvisoria. 
“L’obiettivo – ha detto l’assessore Macaione – è quello di rendere subito fruibile uno spazio, la piazzetta posta al di sotto del ponte di vico Commercio che, altrimenti, resterebbe preda di vandali sciupando una straordinaria occasione di valorizzazione di un luogo per il quale sono stati spesi soldi pubblici. La fruizione di questo spazio, inoltre, avrebbe la positiva conseguenza di mettere a disposizione della comunità, attraverso bando pubblico, alcuni locali utili per avviare piccole imprese commerciali”. Ma non è tutto. “L’idea –ha aggiunto Macaione- è quella di costruire un dossier per un panel di 5 o 6 studiosi a livello internazionale e invitarli, all’inizio del 2014, per farci indicare come procedere. Quindi o smontare l’opera metallica o ipotizzare un’altra sistemazione, sempre in accordo con Comune, Sovrintendenza e comunità materana”.
Anche il Comune di Matera ricorrerà ai “saggi” di fama internazionale per far giudicare l’opera e stabilire il da farsi. Dunque non basta il giudizio unanimemente negativo dei professionisti locali e dell’opinione pubblica a certificare lo scempio. Anzi oltre il danno c’è anche la beffa visto che si snobbano gli architetti di Matera per richiedere ad un gruppo di “saggi” di pronunciarsi e proporre soluzioni alternative. Ad ogni modo ora conta solo sbrigarsi, per presentare un rapporto sullo stato dei luoghi alla commissione specialistica che giudicherà se ci sono ancora i presupposti per confermare l’inserimento dei Sassi nella lista dei patrimoni tutelati dall’Unesco.
Speriamo almeno che mascherandolo opportunamente nessuno si accorga del “ponte impossibile”. E i Sassi diventano come un gioco della Settimana Enigmistica in cui occorre aguzzare la vista per scoprire l’elemento che stona nel disegno.

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