Matera 2019. E’ polemica sulla nomina del direttore artistico Joseph Grima

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Nemo profeta in patria. Lasciamo sempre le sorti di Matera in mano agli altri. Stavolta a far discutere la vicenda della scelta del “Direttore artistico di Matera 2019” ricaduta su Joseph Grima architetto di nazionalità inglese naturalizzato italiano. A non convincere è il metodo ed i criteri utilizzati dalla commissione per la scelta di Grima tra le ottantasette domande giunte a seguito del bando pubblico di selezione indetto dal Comune di Matera e dal Comitato Matera 2019). Un bando con partecipanti provenienti da tutta Europa ma anche da Matera che ha condotto in tempi record alla nomina del direttore artistico. A sollevare legittimamente dei dubbi è Francesco Cascino, materano, di professione contemporary art consultant,  il quale ha scritto una  lettera aperta sulla trasparenza relativa a questa scelta. Una trasparenza intesa se non altro come dovere da parte del Comitato Matera 2019 verso chi è stato escluso e verso i Materani che dovrebbero essere gli attori principali della candidatura della città a Capitale europea della cultura. Senza mezzi termini Cascino definisce la scelta del direttore artistico o meglio la mancanza di chiarezza ad essa legata come “un gravissimo danno all’intera comunità materana, oltre che un’offesa della dignità dei professionisti e dei cittadini”. In realtà secondo Cascino a fare acqua è l’intero sistema di gestione di questo progetto vitale per Matera che non funzionerebbe per la promozione della città. “Prendo atto – afferma Francesco Cascino- che la città non ama i suoi figli, li respinge, li demotiva, li offende senza nessuna remora. La classe dirigente, impreparata alle sfide del futuro e a quelle del presente, non ne teme il giudizio, vola altissima sull’interesse culturale, economico e professionale dei suoi cittadini, consapevole che essi non sono altro che schiavi. Pecore nel recinto del conformismo e della paura di perdere o guadagnare posticini al sole che, in contesti evoluti, sono diritti acquisiti dalla nascita. Salvo parlarne ai convegni o in campagna elettorale, dove le pecore sono riunite tutte nello stesso posto di fronte ai simboli che le portano al pascolo da millenni”. Parole dure verso il Comitato per Matera 2019 cariche di sdegno, per il ricorrere continuo a cervelli esterni come se i professionisti locali siano buoni a nulla. “Riscontro -continua Cascino rivolgendosi al Comitato Matera 2019- insieme ad una serie di errori e di mancanze grammaticali del Bando che sono veramente imbarazzanti per una Capitale della Cultura, che ad oggi non abbiamo la composizione del Comitato scientifico e le motivazioni del respingimento della domanda, elementi che in un contesto minimamente professionale che non voglia pregiudicare la già debole immagine internazionale, sono obbligatori. Capisco che le spinte di Partito sono le motivazioni più forti, in questo Paese di dilettanti allo sbaraglio che fanno del destino di interi territori, il proprio personale campetto di gioco e di recupero delle proprie mancanze intellettuali e professionali, ma qui si esagera davvero. Non solo in termini etici, ma persino in termini tecnico-giuridici. Ovviamente non intendo entrare in queste sfere per far valere le mie ragioni e motivare tutto il mio disappunto; sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, già tutta la comunità internazionale ha avuto modo di prendere atto del dilettantismo dilagante e delle assenze ingiustificate di questi anni dalla scena mondiale dell’arte e della cultura di alta qualità. Intendo però avere notizie più approfondite in merito alle questioni sollevate, oltre che sapere che fine hanno fatto i progetti che abbiamo presentato, finiti anche quelli nel dimenticatoio di chi prende impegni e non li mantiene, se non bacchettati dai potenti di turno. Una vergogna tutta e solo italiana, da Sud del mondo arretrato e schiavo. Questo è quello che faremo sapere alla Community, altro che sostegno; siamo noi quelli da sostenere, quelli che si impegnano ogni giorno sulla cultura vera, non sulla comunicazione vuota che sostituisce, per poco tempo, il valore del Sapere reale e tangibile che genera valore neuronale e economico tutti i giorni. Cose difficili da capire per degli opportunisti, mi rendo conto, ma più facili da farsi scrivere e sbandierare ai convegni sulle figure nobili della Sinistra, quando si tratta di sciacallare su chi non può più smentire e farsi belli agli occhi del popolino. Possiamo farlo noi, per fortuna. E lo faremo a tutti i livelli”. La città può davvero esplodere sul panorama culturale internazionale, invece di languire in un limbo che non merita, ma anche chi guida questi processi deve fare la sua parte ascoltando e tenendo in considerazione gli attori e le spinte culturali locali. La presa di posizione di Cascino è encomiabile in una città in cui non tutti hanno il coraggio di schierarsi contro il potere, soprattutto “quando -lo definisce lo stesso Cascino-  si dice liberale invece è vendicativo, permaloso e rancoroso come nella migliore tradizione reazionaria”. Abbiamo provato a interpellare il direttore di Matera 2019, Paolo Verri che ha preferito non commentare la lettera aperta di Cascino.

Giovanni Martemucci

 

 

 

 

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