Quel sogno di Piergiorgio Farina. Ostacolato e bistrattato

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Matera, la città dei due pesi e delle due misure. Si può riassumere così il modus operandi di questa Amministrazione comunale che premia le iniziative imprenditoriali provenienti da fuori regione e boccia miseramente quelle locali. L’amara considerazione scaturisce all’indomani della prematura scomparsa di un imprenditore materano impegnato nel settore dei trasporti turistici. Piergiorgio Farina è scomparso qualche giorno fa stroncato da un infarto a soli 47 anni. Aveva un sogno da qualche anno. Quello di portare a Matera l’autobus scoperto per il giro turistico tra le bellezze della città. Aveva tutto il know how per farlo visto che da generazioni la famiglia Farina è impegnata nel settore dei trasporti. In più Piergiorgio era un grande appassionato di autobus e di trasporti oltre che un tecnico preparatissimo sulla normativa in materia. L’idea del “City Sightseeing” e del trenino panoramico avrebbe portato lustro europeo alla città dei Sassi. “Matera city tour” questo il nome del progetto di Piergiorgio Farina, era qualcosa di mai visto prima in città, proposto nel 2012 quando ancora si parlava poco di Capitale europea della Cultura per il 2019. Ma il progetto Matera City Tour sin dall’inizio si è scontrato con la burocrazia elefantiaca del Comune di Matera nonostante il servizio non prevedesse alcuna sovvenzione pubblica ma era realizzato con investimenti totalmente privati. Ma si è dovuto scontrare anche contro la scarsa volontà dell’ente pubblico di promuovere questo servizio innovativo per i turisti. Le autorizzazioni per espletare il servizio con il bus scoperto e con il trenino panoramico arrivarono con notevole ritardo: presentate a gennaio 2012 furono rilasciate a fine luglio 2012 quando la stagione turistica era già ampiamente iniziata.

E ciò comportò un grosso danno economico per coloro che avevano investito nell’acquisto dell’autobus a due piani scoperto e del trenino turistico. Ma la cosa più grave è che il Comune pose pesanti limitazioni al progetto snaturandolo e ridimensionandolo fortemente “giocando” sul rilascio delle autorizzazioni. Molte zone furono inspiegabilmente vietate alla circolazione del bus e del trenino che avevano come scopo di rendere fruibile il patrimonio cittadino in una modalità nuova, europea, sia ai turisti che a coloro che hanno bisogni speciali (anziani, famiglie, diversabili). Un modo nuovo per conoscere i punti chiave dell’offerta turistica locale con un servizio comodo e spiegazione multilingua durante il percorso. Ma al caratteristico autobus rosso fu vietata la circolazione nei Sassi perché “pesante e ingombrante” fecero sapere dal Comune. Va bene. Allora qualcuno ci spieghi perché da oltre 10 giorni invece (e fino a Marzo) per le riprese del film di Ben Hur decine e decine di autotreni ben più ingombranti, lunghi e pesanti circolano nei Sassi e occupano stabilmente piazze e stradine. Se ci sono delle regole le devono rispettare tutti. Ma a chi viene da fuori tutto è permesso. Alla grande produzione cinematografica si concede tutto. Persino l’iter autorizzativo è velocissimo e scavalca tutti gli scogli burocratici se si parla di cinema. Mentre il sogno di Piergiorgio Farina dovette fare i conti addirittura con pratiche protocollate al Comune e che misteriosamente si perdevano nei meandri degli uffici comunali e che quindi andavano ripresentate. Il confronto tra la vicenda di Farina e quella di Ben Hur, entrambe iniziative con ricadute turistiche ed economiche per la città dei Sassi, dovrebbe far riflettere su come il Comune di Matera gestisce questo tipo di progetti valutandoli con due pesi e due misure. Ed agendo con criteri ben diversi nel rilascio delle autorizzazioni. E poco importa la qualità del progetto. Sono ben altre le logiche comunali che premiano o sotterrano le iniziative imprenditoriali. Così a seconda dei casi un autobus turistico scoperto pesa troppo ed è ingombrante per i rioni Sassi mentre decine di Tir da Cinecittà diventano pesi piuma ed ingombrano quanto delle biciclette. Al di la di come sono andate le cose, resta l’amarezza nel constatare come funzionano certe cose in questa città che ora ha la certificazione di Capitale europea della cultura ma non la preparazione per gestire certi processi. E resta l’intuizione importante di un materano, Piergiorgio Farina, che diventa ancora più interessante in vista del 2019. Una iniziativa che nessuno tra Comune e Comitato Matera 2019 si è degnato di valorizzare o di sposare (era pure gratis). Nel dossier di candidatura non si parla affatto della mobilità turistica e di servizi di calibro europeo per visitare la città come il “City Sightseeing” che Matera City Tour proponeva già in tempi “non sospetti”. E’ ora che qualcuno ai piani alti del Comune si faccia un esame di coscienza per come il sogno di Piergiorgio Farina è stato miseramente ridimensionato e gestito, nonostante fosse a costo zero per la città e per il Comune. Un progetto che Farina stava rilanciando per il 2015 perché ci credeva. E chissà quanto ancora avrebbe dovuto combattere Piergiorgio Farina con l’ottusità di chi muove le pedine di questa città che si vanta di essere europea ma che a volte mostra un approccio alla gestione dei progetti gretto e provinciale, come questa storia ha dimostrato. L’uomo non c’è più adesso. Adesso poco importano autorizzazioni, dossier e scartoffie da burocrati comunali. E non servono nemmeno più i bastoni tra le ruote. L’uomo non c’è più, ma resta il suo sogno. Il sogno che Piergiorgio Farina aveva immaginato per la sua città.

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