Revocato il decreto di Trasferimento del Dirupo: quali prospettive?

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E’ ufficiale, ormai, la revoca al decreto di trasferimento del rione Dirupo, grazie alla firma del Presidente della Regione Marcello Pittella dopo numerosi confronti con esperti geologici e urbanistici. Il rione pisticcese, nato dalla tragica notte di Sant’Apollonia del 9 febbraio 1688 in cui l’allora Rione Casalnuovo franò a valle provocando la morte di centinaia di abitanti, era stato sottoposto a tale decreto nel 1960, in seguito ad eventi franosi che coinvolsero l’abitato, al fine di trasferire i residenti dello storico rione altrove per preservarne l’incolumità. Negli ultimi anni si è costantemente parlato di revocare tale decreto e l’impegno del Comune di Pisticci in tal senso è stato evidente, ma a tante parole sono seguiti pochi fatti, da attribuire anche alla ben nota lentezza della burocrazia italiana. Dallo scorso 22 ottobre il Dirupo torna ad essere ufficialmente abitabile e immediatamente si aprono prospettive interessanti sia per la riqualificazione storico-urbanistica di alcune aree, sia per il miglioramento del rione delle “casedde bianche” al fine di renderlo meta turistica tra le più ambite del Sud Italia. Si parla da anni di insediare tra le viuzze del rione il museo della civiltà contadina che permetterebbe alla cittadina di valorizzare il legame con il mondo agricolo a cui la popolazione pisticcese resta profondamente legata; il rione dovrebbe divenire autentica calamita culturale anche attraverso progetti dei giovani pisticcesi che potrebbero dimostrare il loro attaccamento alla terra natia e la loro bravura ed intraprendenza. Fondamentale per il Comune di Pisticci è creare una collaborazione con il Lucania Film Festival, contesto cinematografico nato e cresciuto a Pisticci che in quindici edizioni ha catturato l’attenzione nazionale e internazionale di appassionati di arte che, ogni anno, si riversano nella cittadina lucana. Importante sarà cogliere i vantaggi derivanti dalla nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura, così da proiettare il suggestivo Dirupo anche nel contesto extra-nazionale. Il Comune dovrà vigilare per evitare lavori alle case e alle strade che rovinino il contesto culturale e storico su cui il rione ha posto le basi, restituendo, ove possibile, le radici contadine alle viuzze e ricreare un ambiente più consono alla storia vissuta: si parla di pavimentazione in ciottoli, riqualificazione delle strade, pitturazione bianca delle “casedde”, albergo diffuso, possibilità di costituire negozi e locande: le idee ci sono ed è ora che commercianti, artigiani, cittadini e politici uniscano le forze per dar vita al futuro della cittadina pisticcese che, finalmente, sembra tornare a vedere un barlume di speranza in un rilancio sempre paventato, ma che ora come non mai sembra possibile.

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