Turismo: la Basilicata conquista il New York Times

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Se il New York Times parla di te non sempre è una buona cosa. In questo caso sì. Possiamo scervellarci per ore a cercare le località migliori per la nostra vacanza all’estero. Pensiamo magari ai Caraibi. Perché il mare ha sempre il suo fascino. Oppure i meditavi paesaggi del Buthan. Perché la montagna è un must irrinunciabile. Escursioni attraverso il sistema di aree protette del Cile. Dove l’ecoturismo è di casa.
Il New York Times però la pensa diversamente e la cosa ci fa un immenso piacere. La Basilicata conquista infatti il terzo posto tra le 52 mete da visitare per il 2018. Niente male davvero, a conferma di quanto il nostro territorio e gli operatori del settore abbiano fatto per valorizzare la Basilicata in questi ultimi anni. Terza posizione di tutto rispetto dopo New Orleans e la Colombia rispettivamente in prima e seconda posizione.

Vale la pena scorrere verso il basso la classifica per l’inconfessabile quanto naturale voglia di vedere chi sia rimasto indietro. È così che nella top ten, ma sempre dopo la Basilicata, entrano in scena mete ben più blasonate, ma evidentemente con meno appeal della nostra regione.
Giusto dietro la Basilicata troviamo niente di meno che i Caraibi. Spiagge da sogno e mari paradisiaci che evidentemente hanno poco da invidiare alle calette di Policoro, a quella selvaggia di Calaficarra o alle piccole baie e insenature nei dintorni di Maratea.
Il Cile è al sesto posto, come meta privilegiata per il trekking e l’ecoturismo. Tre posizioni indietro rispetto alla Basilicata, dove l’offerta in questo senso può vantare paesaggi d’eccezione come il percorso naturalistico attraverso il Giardino degli dei nel Parco del Pollino. Qui crescono alberi straordinari, in un maestoso scenario dominato dal pino loricato dove lo sguardo spazia dalle cime del Pollino fino al mar Ionio.

Oltre la decima pozione figurano altre mete da sogno come le coste della Cambogia, il bush australiano, l’antica via della seta in Cina o la Penisola di Papagayo in Costa Rica.
Tornando alle prime posizioni la Basilicata si trova a contendere il podio con New Orleans e la Colombia.
La prima è una delle città più straordinarie d’America. Un melting pot culturale e architettonico che ha fatto della capitale della Lousiana una meta vivace, dinamica e pittoresca. Il suo cuore è il quartiere francese noto come Vieux Carrè dove si trovano i locali più antichi e caratteristici. Caffè, sale da ballo, teatri e ristoranti. Musica dal vivo, architetture d’epoca e un’umanità sempre pronta a divertirsi. È proprio a New Orleans, infatti, che il gioco è arrivato in America importato dai coloni francesi. E sempre a New Orleans agli inizi dell’Ottocento i giocatori si sfidavano ai tavoli del Poque che con le sue scommesse e i suoi bluff è stato uno degli antesignani del poker.
La città non ha perso la sua voglia di divertirsi ed emozionare il turista tanto da ottenere il primo posto nella classifica del New York Times.

Affacciata sul mar dei Caraibi troviamo la Colombia che ha ottenuto il secondo posto tra le mete da visitare per il 2018. Patria di personaggi illustri come Gabriel Garcia Marquez e Fernando Botero. Il cuore culturale e storico del Paese è rappresentato dalla capitale Bogotà. Qui si trovano musei eccellenti e una cucina che grazie alle contaminazioni culturali che nei secoli hanno interessato il Paese è una delle migliori del mondo. E poi le foreste. Un patrimonio naturalistico eccezionale con aree protette e spettacolari percorsi come quello lungo il fiume Caño Cristales, considerato uno dei più belli del mondo. Le mille sfumature di colori delle sua acque ci ricordano quante sorprese la natura sia in grado di offrirci.

Una buona notizia dunque questa che ci viene dal New York Times, visto anche il riconoscimento importante ottenuto da Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019 insieme alla città di Plovdiv in Bulgaria. Perché dopotutto trovarsi al terzo posto di questa classifica del New York Times tra oltre 52 tra città e Paesi in giro per il mondo non è cosa da poco.

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