Renzi a Matera. Ad accoglierlo sit in di protesta davanti al Duni

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Il Premier Matteo Renzi ha annunciato che lunedì sarà a Matera e poi a Maratea per firmare il Patto per la Basilicata. Più che un auspicabile programma, coordinato fra le varie Regioni, per creare lavoro, ridurre il gap infrastrutturale e finanziare pochi e qualificati interventi per lo sviluppo economico e civile, il Patto, come del resto gli analoghi documenti firmati in Campania e in Calabria, almeno per ora assomiglia molto da vicino alle famose “vacche di Fanfani”, da spostare a seconda delle convenienze per fare un po’ di propaganda sulla pelle degli italiani e (in questo caso) dei lucani.

Al di là delle roboanti cifre circolate nei mesi scorsi e riproposte in queste ore senza che, a 48 ore dalla stipula, si conosca il reale contenuto del documento che la Regione e il Governo si appresterebbero a firmare, emerge in maniera evidente la distanza fra gli annunci e la realtà. La Basilicata stenta a rispondere alla crisi economica e sociale degli ultimi anni, a cui si aggiunge la crisi morale portata alla luce anche di recente con l’inchiesta sul petrolio. D’altra parte, lo stesso successo realizzato con la designazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019, rischia di risolversi nell’incomprensibile immobilismo dell’amministrazione comunale, in forte e speculare sintonia con l’atteggiamento a dir poco statico del governo regionale.

Per tentare di riportare alla realtà il governo nazionale e il governo regionale, invitando allo stesso tempo tutti a riflettere sulla situazione di disagio nella quale si trovano molti cittadini lucani, Sinistra italiana sarà in piazza con i propri parlamentari, insieme ai militanti di Possibile, per un sit-in di protesta lunedì 2 maggio, a Matera alle 17,00 dinanzi al teatro Duni e a Potenza alle 19,30 in piazza Mario Pagano. Insieme a quanti vorranno aderire a questa pacifica forma di protesta chiederemo a Renzi e a Pittella di dare risposte immediate e concrete rispetto agli impegni presi per Matera 2019, dalla mobilità alle infrastrutture necessarie per questo importante appuntamento della Basilicata e dell’intero Mezzogiorno. Non è possibile che, mentre il Paese reale va a rotoli, l’effimero e la rappresentazione scenica del “tuttappostismo” la facciano da padrone.

 

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