Il calcio è indubbiamente uno degli sport più seguiti al mondo. Se negli Stati Uniti c’è chi predilige il basket, in Italia è senza ombra di dubbio il più discusso e apprezzato. Gli amanti del pallone finiscono puntualmente con l’interessarsi ai retroscena di questa disciplina sin da giovanissimi, ma talvolta alcuni aneddoti sullo scenario internazionale rimangono nell’ombra per sorprendere gli appassionati solo più avanti. Molte chicche non sono infatti molto chiacchierate, magari perché legate a storie passate o perché apparentemente di poco conto, tuttavia alcune nozioni meritano di far parte del bagaglio culturale di un vero calciofilo.
Ad esempio, qual è il torneo di calcio più antico della storia? Ebbene, la prima vera competizione ufficiale fu nientepopodimeno che la FA Cup, la più importante coppa nazionale inglese. La manifestazione fu istituita infatti nel 1871 e oggi è giunta alla sua 144ª edizione. A giocarsi il trofeo quest’anno sono Crystal Palace e Manchester City, ma come intuibile le le quote sulla vincente della FA Cup sorridono di gran lunga alla formazione di Pep Guardiola. L’albo d’oro dell’evento, però, ricorda come spesso anche squadre poco blasonate sono riuscite a imporsi sovvertendo i pronostici iniziali.
Chi ha segnato invece più gol in assoluto nella storia del calcio? In molti sono convinti che tale primato appartenga al leggendario Pelé, l’unico giocatore in grado di aggiudicarsi per 3 volte la Coppa del mondo. Eppure, c’è un altro brasiliano che da tempo gli contende il record: si tratta di Arthur Friedenreich, attivo nella prima metà del XX secolo. Stando ad alcune fonti Friedenreich avrebbe messo a segno 1.329 reti in 1.200 partite, ma si narra anche di un possibile errore di battitura nella trascrizione del dato ufficiale e che in realtà i gol complessivi fossero 1.239, realizzati in 1.329 partite. In assenza di documenti attendibili, comunque, gli esperti hanno continuato ad attribuire il record a “O Rei”, sebbene esista un falso mito sui 1.281 gol di Pelé. Di Friedenreich, in ogni caso, si possiedono referti relativi soltanto a 572 gare.
Meno dubbi per quanto riguarda invece il calciatore con più di titoli di sempre. Ad oggi è Lionel Messi ad aver collezionato più trofei, avvicinandosi alla soglia dei 50 tra club e nazionale: oltre 10 in più rispetto all’eterno rivale Cristiano Ronaldo…
Altre curiosità interessanti riguardano i colori di alcune maglie storiche. In molti si saranno chiesti almeno una volta perché all’Italia è associato proprio l’azzurro, peraltro assente nella bandiera tricolore. La maglia della nazionale è in realtà un omaggio alla famiglia reale dei Savoia, che in passato regnò nello Stivale. In particolare, l’azzurro era il colore della fascia di tela posta sopra lo scudo nobiliare sabaudo e rappresentava la dinastia regnante, ma anche in seguito continuò ad essere adottato per indicare convenzionalmente tutti gli sportivi italiani.
Anche la maglia della Juventus nasconde una storia intrigante. In origine, infatti, i colori sociali della Vecchia Signora erano il rosa e il nero, ossia i colori sportivi del liceo frequentato dai fondatori del club. Una volta divenuta grande, la Juve iniziò ad ispirarsi ad altre realtà di livello internazionale come il Notts County e volendo abbandonare le vecchie tinte finirono così con l’affidarsi al bianco e al nero.
Infine, un paio di curiosità sui risultati delle nazionali. Già, perché l’impresa della Danimarca agli Europei del 1992 merita sempre di essere raccontata. Gli scandinavi non si erano qualificati per quell’edizione della rassegna continentale, ma in seguito all’esclusione della Jugoslavia per motivi bellici i giocatori danesi furono richiamati in fretta e furia mentre erano in vacanza e arrivarono a sorpresa a conquistare la coppa battendo in finale la più quotata Germania. Proprio quella Germania che quasi 30 anni più tardi si sarebbe salvata per il rotto della cuffia dalla retrocessione nella Lega B della Nations League. Nel corso della prima edizione della recente competizione continentale, infatti, i tedeschi erano arrivati ultimi nel Gruppo 1 senza vincere nemmeno una partita, ma un cambio di format in vista della seconda edizione permise alla Mannschaft di rimanere nel circolo delle big d’Europa…