Ci sono razze di cane vietate in Europa ma non in Italia?

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Ogni Paese ha le sue regole quando si parla di cani. In alcune nazioni europee, razze come il Pitbull, il Dogo Argentino o il Tosa Inu sono considerate troppo pericolose per circolare liberamente. Ma in Italia? La situazione è sorprendentemente diversa. Nessuna razza canina è ufficialmente vietata nel nostro Paese, ma questo non significa che si possa viaggiare ovunque con il proprio amico a quattro zampe senza problemi.

In questo articolo vedremo quali razze sono bandite in altri Stati europei, perché sono state inserite in quelle liste nere, e cosa significa tutto questo per chi vive in Italia o viaggia con il proprio cane. Se hai un cane di razza “forte” o stai pensando di adottarne uno, è il momento di conoscere regole, limiti e… qualche pregiudizio ancora duro a morire.

Razze pericolose: viaggiare con il proprio cane in Europa richiede attenzione

Chi possiede un cane appartenente a una razza considerata “potenzialmente pericolosa” deve fare i conti con normative molto diverse da Paese a Paese. Mentre in Italia non esiste più una lista ufficiale di razze vietate, in molti Stati europei le restrizioni sono severe e, in alcuni casi, anche solo portare a spasso il proprio cane senza museruola può comportare sanzioni.

Viaggiare, traslocare o vendere un cane all’interno dell’Unione Europea implica quindi conoscere non solo le regole doganali e sanitarie, ma anche quelle che riguardano la sicurezza pubblica e il comportamento dell’animale.

Dall’Inghilterra alla Germania: cosa succede con i cani come il Pitbull o l’American Bully?

Nel Regno Unito, ad esempio, l’American Bully è stato recentemente vietato dopo una serie di episodi di cronaca nera legati ad aggressioni. La legge britannica oggi impedisce di possedere, allevare, vendere o semplicemente portare in giro un cane di questa razza senza museruola e guinzaglio. E non è il solo: il Pitbull Terrier, il Tosa Inu, il Dogo Argentino e il Fila Brasileiro sono esclusi dal territorio britannico da tempo.

La Germania adotta un approccio altrettanto rigido, vietando l’ingresso ai cani di razze “da combattimento”, come Pitbull, Staffordshire Terrier e simili, a meno che il soggiorno non sia molto breve (meno di quattro settimane), e solo se l’animale è munito di passaporto europeo, guinzaglio e museruola.

In Francia, l’accesso ai cani del tipo “pitbull” è vietato del tutto, mentre la Svizzera e la Croazia seguono linee guida simili, con divieti estesi sia ai turisti che ai residenti.

E in Italia? Nessuna razza è vietata, ma servono competenza e responsabilità

Nel nostro Paese, dal 2009, non esiste più una lista di razze considerate pericolose. La normativa italiana si basa sull’educazione dell’animale e sulla responsabilità del proprietario. Alcuni Comuni, però, stanno introducendo strumenti di controllo: a Milano, ad esempio, è stato introdotto un patentino obbligatorio per chi possiede cani ritenuti impegnativi. In Liguria si organizzano corsi gratuiti per chi adotta molossoidi o cani con un passato difficile.

Tuttavia, l’assenza di un divieto non significa che si possa portare ovunque un cane senza preparazione. È importante sapere che altri Stati europei possono rifiutare l’ingresso anche a cani perfettamente integrati nella vita familiare italiana.

Cosa sapere prima di viaggiare o trasferirsi con il proprio cane

Se stai pianificando una vacanza, un trasloco o una cessione del tuo cane all’estero, è fondamentale informarsi in anticipo sulle leggi del Paese di destinazione. Alcuni richiedono vaccinazioni specifiche, passaporto europeo, museruola, guinzaglio corto o addirittura certificati comportamentali che attestino l’assenza di episodi di aggressività.

In Spagna, ad esempio, oltre al passaporto europeo è obbligatorio presentare un certificato legale che attesti che il cane non abbia mai morso. In Austria e Slovenia non ci sono divieti per specifiche razze, ma i documenti devono essere sempre in regola.

Affidarsi a professionisti per viaggiare senza sorprese

Il trasporto internazionale di un animale domestico non è una semplice questione logistica, ma richiede competenze specifiche su regolamenti sanitari, trasporti, permessi e norme locali. Per evitare problemi in aeroporto, frontiere o durante controlli casuali, è consigliabile rivolgersi a un servizio specializzato, che si occupi anche della documentazione e degli eventuali obblighi comportamentali richiesti dal Paese di destinazione.

Un supporto esperto come quello descritto qui può fare la differenza: https://blisspets.eu/servizi/trasporto-animali-europa/

In conclusione, viaggiare con un cane richiede molta più attenzione di quanto si pensi, soprattutto se si tratta di razze soggette a restrizioni. La libertà che l’Italia concede non è condivisa ovunque: per questo, il primo passo è sempre conoscere le leggi e affidarsi a chi sa davvero come muoversi nel mondo del pet travel.

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