Elezioni regionali 2013 in Basilicata, urne vicine fra vane parole ed astensionismo

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Siamo arrivati alla settimana conclusiva di questo caldo autunno del 2013, quello che ha portato noi lucani alle urne anticipate all’indomani della vincenda denominata da tutti “rimborsopoli”.
C’è nel mio comune (Montalbano) un antico detto, che recita più o meno così: “Non g vol a zignr p’anduvnà a furtun” (per chi fosse poco pratico: “non ci vuole la zingara per poter prevedere la sorte). Molti lucani hanno commentato questa tornata elettorale come fosse la tornata gattopardiana del “cambiare tutto per non cambiare nulla”, la cronaca di una morte annunciata, la tornata del polverone elettorale che lascia però tutto al proprio posto. Infatti proprio Marcello Pittella, vincitore a sorpresa delle primarie del centrosinistra, che con poche centinaia di voti ha scavalcato il galoppino di De Filippo e co., Piero Lacorazza, sembra il più accreditato per la vittoria finale.
Cosa c’è di strano? C’è di strano che il dott. Pittella era il vicepresidente della giunta De Filippo, c’è di strano che tutti, dall’assessore Benedetto ai fedelissimi della scorsa legislatura, sono direttamente o indirettamente in campo.
Quindi la domanda giusta da porsi sarebbe: “E gli altri? Stanno a guardare?”
No, non proprio…perfino il centrodestra ha armato una improbabile cordata con i nuovi compagni di letto di Scelta Civica, capitanati dal sentore Di Maggio, dagli amici-nemici di Fratelli d’italia (che in una situazione quasi da commedia trovano un accordo per una lista unitaria con i montiani) e gli amici a convenienza, o meglio dire, gli amici a tornate alterne, dell’UDC.
Cinque stelle fa la sua parte, presenta una lista come accade in tutti i territori d’Italia, ma come riscontrato alle ultime tornate provinciali, comunali e regionali, sembra destinato, rispetto al dato nazionale, ad una inesorabile Caporetto! Quasi fossero caduti nel dimenticatoio.
Poi ci sono gli altri…liste civiche di Destra, di Centro, di Sinistra, non collocate etc, etc, etc…le quali sembra giungano a dati irrilevanti.
Cosa c’è di nuovo quindi? Avremmo potuto fare un copia/incolla di un qualsiasi articolo di una qualsiasi tornata elettorale, senza spendere tempo e parole, nessuno se ne sarebbe accorto.
Il dato nuovo e più rilevante è quello relativo all’astensionismo ed al non-voto, saranno tantissimi infatti i lucani che il 17 e 18 non si recheranno alle urne per apporre il proprio tassello al processo democratico. Lo fanno perché, al oro dire, la politica ha stancato, perché la politica promette e non mantiene, perché la politica è una cosa malsana. Come poter dar torto a questa gente, come poter contraddirli per spendere una sola parola in favore di questa classe dirigente, questa classe che ha bruciato il futuro dei propri figli per garantire se stessa, questa classe che oggi è incapace di dare soluzioni di crescita al proprio territorio, la stessa classe che ha fatto di tutto per alimentare la macchina del clientelismo e della sussistenza nella lotta fra poveri, la stessa classe che ci ha lasciati sempre più poveri e sempre meno liberi.
Chi vi scrive è un giovane, pieno di voglia e speranze, un giovane che studia fuori e che sogna di ritornare nella propria terra a realizzare i propri sogni.
Quello che lancio è un appello forte, il non-voto, l’astensionismo, non fanno che alimentare questa macchina del clientelismo e della prepotenza dei politici sugli uomini. Non è ignorando il problema che lo risolveremo, la Basilicata va rifondata, a partire dagli uomini.
Ognuno di noi, secondo coscienza, dovrebbe recarsi alle urne con la consapevolezza che si puo’ cambiare, che l’acqua stagnante dopo poco puzza, e che solo attraverso il nostro intervento potermo distuggere il Sistema-Basilicata.

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