Immobili, nasce il “ristrutturato green”: ecco perché conviene rispetto al nuovo

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Il mercato immobiliare, in questo momento, sta registrando una serie di tendenze particolarmente apprezzate. Si parla nello specifico del cosiddetto “ristrutturato green”, ovvero delle case al centro di lavori che hanno uno scopo ben preciso: migliorare la classe energetica dell’edificio, così da impattare meno in bolletta, riducendo le spese relative al consumo di gas e luce. 

Anche se i costi sono in effetti superiori ad una normale ristrutturazione, in realtà il green conviene e lo si nota soprattutto nel medio-lungo periodo, per via del già citato risparmio energetico.

Cos’è il ristrutturato green e perché conviene?

In realtà il ristrutturato green conviene più dell’acquisto di una nuova abitazione, per via di una serie di motivi. Basti ad esempio pensare ai vari bonus che consentono di accedere ad una serie di detrazioni fiscali molto interessanti. Inoltre, i prezzi delle case in vendita da ristrutturare sono inferiori rispetto alle case già ristrutturate, e si tratta di un ulteriore vantaggio (se lo si saprà sfruttare nella maniera corretta). 

Se si sta pensando di acquistare un immobile di questo tipo, infatti, è fondamentale prestare attenzione ad alcune importanti informazioni. A tal fine, esistono alcuni siti specializzati che consentono di esaminare la visura catastale della casa d’interesse, offrendo così una panoramica dettagliata della stessa. Ciò permette di avere un aiuto nella fase di erogazione del mutuo per il calcolo di IMU, TARI e TASI, ma consente anche di verificare che la casa sia effettivamente in regola. 

Ma cosa si intende per edificio green? Si fa riferimento nella fattispecie ad una casa con una certificazione energetica pari come minimo alla classe D. Va anche detto che in Italia, purtroppo, la maggior parte delle abitazioni si trova al di sotto di questa classe, il che rappresenta un problema, anche alla luce della nuova direttiva europea.

La nuova direttiva europea sulla classe energetica delle case

La nuova direttiva UE punta ad aggredire il problema citato poco sopra, costringendo gli stati membri ad allinearsi entro una certa data. Nello specifico, la legge prevede il passaggio di tutti gli immobili ad una classe energetica minima (E) entro il 2030, e D entro il 2033. L’obiettivo finale è arrivare entro il 2050 alle zero emissioni, il che ovviamente comprende anche altri fattori, come nel caso della mobilità elettrica e delle caldaie a gas. 

Come anticipato poco sopra, la Penisola non si fa notare in positivo, considerando che in Italia il 77% delle case non rispetta i requisiti energetici minimi (si parla di oltre 9 milioni di abitazioni). Certo, è giusto sottolineare che gli interventi di riqualificazione green possono avere un costo non indifferente, come nel caso della posa di un cappotto termico o della sostituzione di infissi e finestre.

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