Lascito testamentario solidale: come e perché farlo 

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Generalmente quando si pensa ai testamenti si pensa inevitabilmente a un evento triste e doloroso. Tuttavia, il testamento può essere visto anche come un mezzo attraverso il quale è possibile aiutare persone che si trovano in una situazione di debolezza e di difficoltà. 

Come è possibile tutto questo? attraverso la predisposizione di lasciti testamentari in favore di enti oppure organizzazioni benefiche che giorno dopo giorno danno il 100% per aiutare il prossimo. Si tratta di un gesto molto semplice, di grande solidarietà e che non lede i diritti degli eredi. 

Come funziona il lascito testamentario?

Quando si parla di testamento solidale in realtà non si fa riferimento a un particolare testamento. Un lascito testamentario in favore di un ente del terzo settore, infatti, può essere previsto praticamente in qualsiasi testamento. 

Si tratta semplicemente di una disposizione (ad esempio un legato) con il quale di assegna una parte del proprio patrimonio (oppure un singolo bene) ad una determinata organizzazione no profit. Nel testamento solidale è possibile altresì aggiungere anche un onere, che obbliga il beneficiario ad utilizzare il lascito in un determinato modo. Per esempio, se l’ente si occupa di diversi progetti, è tenuto a impiegare il lascito solo per uno scopo predeterminato, quello precisato dal testatore nelle sue ultime volontà. 

In un testamento solidale, inoltre, possono essere indicati anche diversi beneficiari, ma bisogna indicarli in maniera corretta nel testamento per evitare contestazioni. In questo caso, può essere utile anche nominare un esecutore testamentario, una persona di fiducia che ha il compito di amministrare il patrimonio e assicurare che le volontà del testatore vengano rispettate. 

Il testamento che contiene una disposizione solidale, come qualsiasi altro testamento, può essere revocato oppure modificato e/o aggiornato in qualsiasi momento fino all’ultimo momento di vita.

Il lascito testamentario e gli eredi del testatore

Alcuni credono erroneamente che un testamento solidale, o più correttamente, una disposizione testamentaria solidale possa arrecare pregiudizio ai legittimari del testatore. In realtà non è affatto vero. Prima di spiegarlo però è necessario fare una precisazione. 

È bene sapere che nel nostro ordinamento giuridico esiste una categoria di soggetti, i cosiddetti legittimari, a cui spetta una quota del patrimonio del testatore per legge. Ciò significa, in parole povere, che nemmeno il testatore potrebbe, se volesse, disporre di questa parte del suo patrimonio a discapito di tali soggetti. La quota in questione è definita dalla legge come “riserva” ed è destinata ai soggetti elencati nell’art. 536 del Codice civile. 

Oltre alle quote che la legge destina ai legittimari, in realtà, esiste anche la cosiddetta quota disponibile del patrimonio del testatore. Questa quota, come il nome stesso suggerisce, è pienamente disponibile dal testatore, il quale, può farne letteralmente ciò che vuole.

Pertanto, vien da sé che, nei limiti della quota disponibile, il lascito testamentario può essere effettuato anche nel caso in cui il testatore abbia legittimari (ovvero figli, coniuge e genitori, nel caso in cui manchino i discendenti). 

Ovviamente la situazione diventa più semplice nel caso in cui il testatore non lasci eredi legittimari, in tal caso, infatti, può disporre di tutto il suo patrimonio come meglio crede. Anzi, in tal caso potrebbe addirittura lasciare tutto il suo patrimonio a favore di enti no profit. In assenza di testamento, invece, l’intero patrimonio verrà devoluto allo Stato.

Perché fare un testamento solidale?

Fare un lascito testamentario permette di mettere nero su bianco le proprie volontà, e di gestire al meglio il proprio patrimonio, indicando precisamente come dovrebbe essere impiegato. Con un testamento solidale, inoltre, si può lasciare un’eredità benefica e far sì che la propria memoria venga perpetuata attraverso opere di solidarietà concrete, lasciando un ricordo indelebile.

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