Progetto ortofrutta Made in Basilicata: presentati a Policoro i risultati conclusivi del triennio.

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Circa 200 aziende agricole coinvolte per 7 milioni di investimenti per promozione, qualità ortofrutticola, innovazione varietale e sostenibilità

Sono stati presentati in un convegno i risultati del progetto di filiera Ortofrutta Made in Basilicata. Ospitato martedì scorso (27 giugno) presso il Castello di Policoro (Matera), nell’occasione sono stati illustrati i risultati raggiunti nel corso dei tre anni di attività progettuale. Un’iniziativa, partita nei primi mesi del 2020 e finanziata dalla sottomisura 16.0 del PSR Basilicata 2014-2020, il cui obiettivo sono stati il perfezionamento della qualità frutticola, l’innovazione varietale della produzione regionale e la sostenibilità (ambientale, sociale ed economica).

A relazionare all’evento sono stati i protagonisti aderenti al partenariato, oltre che i funzionari regionali. Dopo i saluti di Nicola Serio, consigliere delegato di Apofruit, ha preso la parola Claudio Scalise di SGMarketing, il quale ha parlato dei cambiamenti nel comportamento del consumatore e del ruolo dell’ortofrutta sul fronte della sostenibilità. “Secondo delle analisi svolte – ha spiegato Scalise – il nuovo modello alimentare premia il consumo di prodotti freschi. Inoltre, le famiglie tendono a prediligere una dieta prevalentemente a base vegetale più che animale. L’ortofrutta è diventata centrale nella dieta, basti pensare che rappresenta il 10% sul totale delle vendite nella GDO”.

Dai primi test effettuati, il logo Made in Basilicata ha avuto un’importante risposta da parte dei consumatori, grazie anche alle attività di comunicazione messe in atto nei diversi canali e riassumibili nell’identificazione del logo, nella creazione di un sito istituzionale e della pagina Facebook e nella realizzazione di un evento dedicato alla promozione dell’iniziativa.

I prodotti ortofrutticoli maggiormente interessati al progetto sono state le eccellenze della Basilicata: fragole e i piccoli frutti (lamponi, more e mirtilli), kiwi colorati a polpa gialla e rossa, uve apirene, albicocche a maturazione precoce. Trattasi di produzioni totalmente coltivate, stoccate e confezionate negli areali lucani.

Tra gli altri relatori, Pasquale De Francesco de L’Officina GBS, ha illustrato principi, requisiti e linee guida del Protocollo di sostenibilità Made in Basilicata, quest’ultimo concepito secondo un approccio graduale che consente alle Organizzazioni partner della filiera di acquisire una crescente consapevolezza rispetto alle proprie performance e obiettivi di sostenibilità. De Francesco ha spiegato anche che le aziende certificate sono state in totale 69. L’intento è quello di accrescere il valore aggiunto dei prodotti ortofrutticoli lucani, valorizzando gli aspetti del legame con il territorio e della sostenibilità dei processi e prodotti.

Il direttore dell’associazione AOP Gruppo VI.VA, Mario Tamanti, ha invece parlato delle attività svolte e precisato gli obiettivi del progetto, oltre che riportato alcuni dati economici, quali la spesa complessiva approvata di 8.936.333, a fronte di una spesa realizzata pari a € 6.944.036 (77,7%). Le aziende agricole/conferitori coinvolte sono state in totale 190, di cui beneficiari diretti 14 e 176 invece quelli indiretti. Tamanti ha anche illustrato ai presenti tutti gli interventi realizzati nel corso dei tre anni da alcune aziende agricole.

Il funzionario dell’autorità di gestione PSR Basilicata 2014-2020, Vittorio Restaino, si è invece complimentato con tutti i protagonisti del progetto per l’estrema correttezza e puntualità avuta durante i mesi di attività progettuale, facendo notare anche la professionalità delle organizzazione nell’aver selezionato gli interventi più importanti, in vista di risorse limitate. “Come Regione Basilicata – commenta Restaino – abbiamo investito nelle filiere produttive circa 130milioni di euro, ripartiti sulle diverse sottomisure che hanno definito il modello di filiera produttiva. Nel Pil regionale l’agricoltura rappresenta il 5%. Se consideriamo il resto del Paese, l’agricoltura impatta sul Pil per un valore che non supera il 3%. Pertanto, è un il settore agricolo che genera un impatto in termini di creazione del valore aggiunto regionale piuttosto significativo. Crediamo fermamente che Made in Basilicata, avrà un seguito, anche in vista della nuova programmazione 2023-2027”.

L’evento si è concluso con la consegna delle certificazioni di sostenibilità alle imprese Apofruit Italia Op Terre della Luce e Cooperativa Lucana. A premiare le aziende Carmelo Sigliuzzo di Check Fruit.

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